Si è da poco conclusa la dodicesima edizione di Identità Golose Milano, congresso internazionale di cucina d’autore (vedi il post dell’anno scorso in proposito). Quest’anno il tema era La forza della libertà, interpretato in vario modo dagli chef che si sono succeduti sui palchi dei cooking show. Simone Salvini e Daniela Cicioni, ormai degli “habitué” della manifestazione, hanno presentato i loro “esperimenti” vegani.
salvini

Simone Salvini ha mostrato che l’acqua di cottura dei legumi monta a neve esattamente come l’albume d’uovo, rivelandosi perfetta per sostituirlo in tutti gli usi, comprese le meringhe. Di fatto questo è un tema che nel mondo vegan circola già da qualche tempo (provate a cercare su Google “acquafaba” e ne scoprirete delle belle 😉 ), ma credo sia la prima volta che una tale “novità” viene presentata ufficialmente ad una manifestazione di alto livello, per lo meno in Italia. Lo chef Simone ha quindi preparato un piatto dolce a base di perle e cialde di tapioca (tubero tipico africano) con crema di latte di cocco e meringhe.cicioni
L’intervento di Daniela Cicioni ha avuto invece come tema la fermentazione, di cui ultimamente si parla parecchio, soprattutto nell’ambito della cucina crudista, ma che di fatto è un antichissimo metodo di conservazione dei cibi (pensiamo ad esempio ai crauti). Daniela ha spiegato che i legumi cotti, opportunamente insaporiti e fermentati per 3 giorni, non solo si arricchiscono di preziosi batteri buoni e utili per la salute dell’intestino, ma diventano anche più interessanti dal punto di vista del gusto (leggermente e piacevolmente aciduli). Recuperando un’antica tradizione libanese, è inoltre possibile fermentare anche il bulgur (alimento tipico mediorientale a base di grano ammollato, cotto, fermentinispezzettato e poi essiccato che è la base del famoso “tabulè”). Con una fermentazione stavolta più lunga, si ottiene una pasta (modellabile a piacere) il cui gusto e aroma ricordano quelli di un formaggio stagionato. Sempre a proposito di fermentazione ho avuto il piacere di seguire Daniela anche nella lezione che ha tenuto sui fermentini, ovvero formaggi vegani a base di frutta secca, freschi e stagionati. La novità è che non c’è bisogno di nessun tipo di “starter” in quanto ad una temperatura ambiente compresa fra i 15 e i 28 gradi circa, il processo di fermentazione si avvia e continua spontaneamente.lasagne

Uno degli ospiti stranieri più attesi di quest’anno era Matthew Kenney, pioniere e guru della cucina vegana e crudista negli Stati Uniti. Rinomato chef, autore di best seller, proprietario di diversi ristoranti e scuole di cucina (la prima delle quali fondata nel 2009) che accolgono studenti da ogni parte del mondo. Matthew ha presentato due “classiconi” del crudismo: le lasagne di zucchine (piatto inventato proprio da lui circa 12 anni fa) e i tartufini (truffles) al cacao crudo e frutta secca. Ho trovato interessante che in America più che il termine “vegano” si usi soprattutto l’espressione “plant-based“, che in italiano sarebbe “a base vegetale”. Ecco io sarei per adottare anche in Italia quest’abitudine, in quanto trovo che la parola “vegetale” sia più specifica e di più immediata comprensione…

Vorrei raccontarvi infine dei cooking show a cui ho assistito che avevano per tema la pasta, i quali, seppur solo vegetariani e non vegani, sono stati a mio avviso molto interessanti e ricchi di spunti. MI riferisco agli chef Cristina Bowerman e Peppe Guida… ma conto di parlarne in altri post. Vorrei infatti cimentarmi anch’io, nel mio piccolo, in alcuni semplici “esperimenti” ispirandomi a quello che ho visto, per cui ci saranno altre occasioni 😉 Stay tuned!

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